Passa ai contenuti principali

 L'estate del 1976

mostra d'arte itinerante

          Tra il luglio e i primi dell’agosto 1976, al Circolo “Musica e Cultura” viene discussa la mia proposta di una mostra d’arte. Per me, timido e insicuro, il rapporto con le persone è sempre stato un problema. Ma al Circolo, dopo alcuni mesi di incontri, dibattiti, cineforum, attività e presenze continue, avevo imparato a conoscere e non temere chi, come me, aveva cominciato un viaggio di crescita culturale che non aveva riscontro in quella società perbenista, catto-clericale di quel tempo, fatta di giornali di provincia e dall’unica rete RAI1. Così proposi, lo ammeto, non senza difficoltà, una mostra d’arte mercato. La proposta fu subito accolta ma … subito fu integrata da altre proposte che impreziosirono la banalità di una classica esposizione al chiuso, ampliandola così di contenuti e significati. La cultura, o almeno il suo tentativo di essere, usciva a cercare nelle strade e nelle piazze le persone con cui dialogare e interagire. Non più un’arte nel chiuso di una stanza-galleria ma un’arte per il popolo che si muove in esso trasformandosi da momento privato in momento di riconquista degli spazi urbani oltre che di crescita culturale dal basso. L’idea viene subito ampliata come momento culturale poliedrico: stand di libri, teatro, musica, balletto, disegno per bambini, fumetto. Un pannello vedrà l’apporto di pensieri, idee e commenti del pubblico. Saranno cinque domeniche che ci vedranno impegnati nei varii quartieri del paese. Ogni volta è una giornata diversa ed intensa. E’ un momento dialettico con il pubblico che si ferma, osserva, si incuriosisce e chiede. Vuole conoscere e capire. E questo ci confortava ed entusiasmava, ci caricava. E’ il riprendersi la strada come momento d’aggregazione sociale contro l’emarginazione e la frantumazione. Ci si trova e si ritrova un modo diverso di stare insieme come momento di formazione e di gioco, di incontro e aggregazione a volte anche attraverso le improvvisazioni di una chitarra, con gli accordi classicheggianti di Piero Impastato.

Durante la discussione sull’articolazione di questa iniziativa che si protrarrà per oltre un mese, Peppino lancia la proposta dei murales. Sembra un’utopia irrealizzabile, ma di lì a poco verrà trovato il muro, anzi due. Il tema del murales cadrà sull’eccidio di Tall El Zaatar

volantino mostra itinerante
volantino mostra itinerante
 

Di seguito il racconto di Maria Concetta Biundo che di quella esperienza ne fu pienamente partecipe. 

 

L'estate del 1976

           Come non ricordare quell'estate del'76 vissuta al Circolo Musica e Cultura? Quell'estate che vedeva noi ragazzi e ragazze del circolo, allora poco più che ventenni impegnati in attività  culturali che tanto clamore suscitavano nel paese. Tante attività che si susseguivano l'una all'altra, una tra tutte la mostra itinerante. Itinerante perché ogni settimana in un posto diverso del paese, a partire da metà agosto fino a circa metà settembre, un posto diverso per portare tra la gente quadri, musica, teatro, libri, animazione, per permettere che quella cultura che cominciavamo a conoscere all'interno del circolo, raggiungesse il maggior numero di persone. Molta partecipazione,  anche tra chi voleva esporre, e così le domeniche delle date prefissate, a partire dalla mattinata si arrivava nel posto programmato,  piazza, metà corso, zona chiusa, villetta XXIV maggio,  zona mulino, zona scuole, si montava la mostra di quadri e foto, ma anche sculture, si posizionava la bancarella con i libri che si ritiravano da Palermo, e che riguardavano gli argomenti più innovativi di quel periodo: energia alternativa, emancipazione femminile, alimentazione, medicina, argomenti vari, espressione di una società che era in fase di cambiamento. E poi seguivano gli spettacoli : spettacoli teatrali, spettacoli musicali, spettacoli per bambini, estemporanea per bambini fatta ai quattro canti vicino alla fontanella. In due manifestazioni sono stati realizzati dei  murales, uno dedicato alle donne, un'altro alla causa palestinese. Quel percorso si è concluso con un raduno a Magaggiari: il primo raduno Nuove Tendenze, che ha visto un'ampia partecipazione  giovanile proveniente dai paesi circondari e da Palermo,  con diversi gruppi musicali che si susseguivano. Un'esperienza unica che ci ha reso consapevoli del periodo che stavamo vivendo, mille iniziative che ci vedevano protagonisti, supportati dall'idea che la cultura, come un'onda, doveva uscire dalle mura del circolo ed espandersi, destare interesse e curiosità. Un'esperienza testimoniata dalle tante foto esposte a Casa Memoria, per ribadire quel concetto ripreso e divulgato poi da Felicia che la mafia si combatte con la cultura e non con la pistola. L'entusiasmo che ci accompagnava era tanto, ed il ricordo di quelle giornate rimane ancora vivo anche se è trascorso quasi mezzo secolo.

Maria Concetta Biundo

 

14 agosto 1976

Dopo poco più di 7 mesi dalla fondazione del #circolomusicaecultura e dopo una serie di iniziative culturali svolte all'interno della sede, dopo l'organizzazione all'esterno dello spettacolo teatrale "le streghe", ci ritroviamo per una iniziativa pubblica che durerà fino a settembre: la mostra d'arte itinerante. Quadri, foto, disegni, danza classica, concerti .... un mese all'insegna della cultura e della creatività. Prima tappa: via Sacramento nella parte adiacente la scuola elementare.







 

15 agosto 1976

          La mostra mercato itinerante fa tappa nella piazza di #cinisi La cultura portata nei luoghi simbolo del potere, in questo caso religione e politica. Il posto degli intrallazzi viene occupato dai colori dei quadri e dalle copertine degli stand di libri. Alternativa al "così è e così sarà". Abbiamo creduto e credevamo nel cambiamento, che le cose non sono poi così immutabili, anche se il futuro era incerto, noi ci provavamo. E la sera concerto e fuori programma: danza classica. Il tutto gratuito, senza sponsor, senza finanziamenti pubblici o privati. Senza secondi fini più o meno occulti ma con tanta leggerezza e gioia di vivere in un impegno difficile. . 

 


 

29 agosto del 1976

La mostra d'arte itinerante approda al quartiere "Chiusa". Caricati i nostri pochi mezzi ci piazzammo in questa piazzetta. Come solito pannelli di legno e cartone dove affiggere foto e disegni, i quadri appesi alle pareti delle case, lo stand dei libri ... in poco tempo tutto fu pronto, con la solita allegria, l'ironia, ... la voglia di cambiare le cose immutabili. Ma quella domenica d'agosto. ... vedemmo solo passare le auto degli allevatori che andavano nelle stalle, verso la montagna e qualche famigliola che, con la scusa di andare a prendere l'acqua alle sorgenti, andava a respirare un po' d'aria di montagna. Nessuno si fermò e non vedemmo anima viva. Ma la cosa non ci demoralizzò ... un'altra domenica ci aspettava, sicuri che sarebbe stata una grande domenica.



5 settembre 1976.

          In questa domenica ci piazzammo nel corso all’altezza dei quattro canti. Il pomeriggio fu caratterizzato da una estemporanea per bambini a cui abbiamo fornito carta, colori e pennelli con lo stesso sistema dell’autofinanziamento. La manifestazione sarà una novità, ricca e vivace. Molti i bambini, di tutte le età, portati dai genitori (e qualcuno si è anche cimentato con carte e colori) ai “Quattro canti” dove il marciapiedi, ampio di suo, si allarga ancora di più. Una festa allegra, vociante, vivace, piena di espressività e colori. Tutti i lavori saranno poi esposti lungo i muri delle case limitrofe.

 



12 settembre 1976.

          Quasi in fondo al Corso Umberto, di fronte la stazione di rifornimento, come al solito montammo pannelli, foto, disegni, quadri, stand di libri. .. ma quello che caratterizzò questa domenica fu la realizzazione di un murales. Peppino era riuscito a trovare il muro!!! Il tema: l'eccidio a Tall el Zaatar avvenuto il 12 agosto dello stesso anno. Tall el Zaatar è stata una bidonville di 300.000 palestinesi, contadini libanesi, armeni poveri e kurdi, ad est di Beirut. Il massacro di circa 3000 civili, tra cui vecchi, donne e bambini, fu l’epilogo di un processo di pulizia etnica portato avanti dalle milizie falangiste cristiane per eliminare, nella parte da loro controllata, qualunque presenza palestinese o musulmana prograssista. Realizzai uno schizzo di massima sul muro precedentemente preparato dai muratori del gruppo, e poi mettemmo mano a pennelli e colori. Tutti ... tranne Peppino che fin dall'inizio ci guardava soddisfatto e osservati anche da numerosi curiosi che si chiedevano, e ci chiedevano, cosa mai rappresentassero quelle scene di guerra e di dolore dipinta sul muro. Come ricorda

Benedetto Cavataio “… la gente rimaneva sconvolta perché non capiva quello che veniva rappresentato. Accadeva che tanti si fermassero a chiedere cosa fossero quei segni sul muro, cosa fossero quei colori, cosa rappresentassero. Cos’erano quei volti, quelle braccia disperate alla ricerca di un aiuto, quei bimbi straziati che venivano rappresentati …”

Quel murales è rimasto per molti anni fino a quando il muro e la vecchia palazzina, che ha fatto anche da set cinematografico per il film "La moglie più bella" non è stato abbattuto per edificare una grande casa in grigi mattoni e rimasta così, ancora in costruzione. Un grande monumento alla devastazione della memoria, all'abusivismo edilizio e monumento all'indefinito siciliano.


 

Commenti