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1976: donne a Cinisi

    Questo fotomontaggio non rappresenta le uniche partecipanti a quell'esperienza di crescita e di ribellione femminile nella Cinisi del 1976. Tante altre ragazze-donne vi hanno aderito, chi con costanza ed assiduità e chi invece seguendo una discontinuità di un non facile impegno da mantenere.


 

    Parlare di neofemminismo siciliano e della sua genesi nel periodo degli anni '70 significa ragionare di un movimento sorto all'interno di un quadro territoriale vasto e complicato, impregnato di patriarcato. ... quello siciliano ha avuto scarsa risonanza, considerato come movimento periferico, silenzioso, addirittura sconosciuto ai più. ... Non c'è storia di quel movimento, se non la narrazione orale delle sue protagoniste. ... il neofemminismo siciliano ha assunto tratti sfumati, difficili da rintracciare ... e molti di questi collettivi sono spariti in quanto aggregazioni pulviscolari, spesso effimeri, sparsi in tutto il territorio, in luoghi anche imprevedibili e di cui, di molti, se ne è persa traccia.

 Dalla tesi di laurea in Storia delle Donne e dell'identità di Genere dal titolo "Il neofemminismo in Sicilia (1974-78) di Marianna Indelicato Donato - Bologna 2015/16

 

Il periodo in cui nasce a Cinisi il collettivo delle ragazze, all'interno del circolo musica e cultura, è la seconda metà degli anni '70. Anni caratterizzati dai grandi movimenti giovanili e delle donne considerate quasi minoranza in un contesto in cui prevaleva ancora l'idea della famiglia patriarcale e di un sistema di potere concentrato nelle mani maschili. Il passaggio da un'economia contadina basata sul patriarcato ad un'economia industriale, inevitabilmente doveva comportare un altro grande cambiamento, questa volta  culturale, nei rapporti uomo donna , perché il padre padrone della grande famiglia contadina che inglobava intere dinastie, in cui ognuno all'interno doveva adeguarsi da un lato, e sentirsi protetto dall'altro, cominciava a scomparire. Nelle famiglie sempre più piccole formate da padre, madre e figli,  emergeva sempre più la necessità di avere garantiti i diritti della persona in tutte le sue forme. I movimenti nati in quel periodo in un certo senso diventavano la voce unitaria di una categoria. Il movimento delle donne era il portavoce di questa esigenza, della necessità di riconoscimento e cambiamento, di essere presenti nel tessuto sociale, di ricoprire ruoli fino ad allora riservati agli uomini e contemporaneamente chiedere strutture e normative che agevolassero il lavoro delle donne, presenza di asili nido e scuole dell'infanzia, maggiore presenza dei padri nella vita familiare, diversi comportamenti degli uomini nei confronti delle donne. Il movimento, attraverso i collettivi cercava in modo capillare di raggiungere le donne, di fare in modo che prendendo coscienza della condizione in cui vivevano potessero cercare la possibilità di cambiare la propria condizione di vita. Le donne del movimento attraverso manifestazioni, presentazione di disegni di legge, cercavano di richiamare l'attenzione su quello che era fino a quel momento considerato normale ma normale non era. Veniva condannata pubblicamente la violenza sulle donne, si era a fianco delle donne che subivano violenza sostenendole ed aiutandole alla denuncia.



Questo era sicuramente un grande passo avanti rispetto a quanto era avvenuto solo pochi anni prima in cui la denuncia di Franca Viola del suo rapimento non aveva suscitato nessuna indignazione nel mondo femminile. Noi ragazze che frequentavamo il circolo abbiamo avuto l'opportunità di incontrare alcune rappresentanti di questi movimenti.

 E' stato importante scoprire l'importanza di un movimento che racchiudeva quelle piccole lotte che ciascuna di noi, chi più chi meno, doveva sostenere all'interno della famiglia per ritagliarsi un piccolo spazio di libertà. Il contenuto era uguale, la necessità di una trasformazione culturale che contrastava con una mentalità conservatrice dei nostri genitori. incontrando quelle donne abbiamo capito che occorreva essere gruppo per avere forza ed ottenere dei risultati. Abbiamo così cercato di riservarci uno spazio all'interno delle attività del circolo da potere dedicate alle tematiche femminili. Abbiamo cominciato a programmare gli incontri, a leggere libri sull'argomento, a confrontarci per scoprire che avevamo tutti quanti problemi simili nei rapporti familiari, personali , insicurezze, difficoltà a sentirsi all'altezza dei ragazzi nell'affrontare problemi di carattere culturale e sociale. Ci rendevamo conto che i condizionamenti culturali e l'educazione ricevuta non ci avevano consentito fino ad allora di pensare di avere altri tipi di interesse che non fossero quelli di pensare a fidanzato e simili. Abbiamo cominciato a capire che si apriva una grande porta verso un mondo non tanto sconosciuto, ma forse fino ad allora considerato di poco interesse, il mondo della cultura, della conoscenza, della possibilità di cambiare modelli di vita che ci piacevano poco. Seguire questo percorso all'interno di un circolo culturale di ricerca innovativa è stato molto importante, perché anche i ragazzi facenti parte del circolo erano molto aperti a ricercare nuovi modi di rapportarsi, mettendo al centro la cultura e gli interessi comuni e questo ci ha permesso di svolgere insieme diverse attività di carattere culturale che avessero un impatto con il territorio per creare conoscenza, per fare passare il messaggio che un cambiamento era possibile. Quello che ci univa e ci aiutava a seguire un percorso comune era l'idea che era possibile pensare ad un modello di famiglia diverso, ad un'educazione più libera per i figli, rapporti tra persone non condizionati dai ruoli. Ma ci si rendeva pure conto che questo tipo di cambiamento richiedeva un lungo percorso e che forse, solo il passaggio di queste idee nelle generazioni avrebbero dato dei buoni risultati. Si è cercato in quel periodo, attraverso dei questionari, di avere l'idea di cosa pensassero le donne riguardo ad esempio al lavoro e quindi alla possibilità di avere un'autonomia economica o riguardi al rapporto con il marito o fidanzati, o riguardo alla possibilità di realizzare dei desideri personali. Ci si è reso conto, sommariamente che non mancavano le idee né la conoscenza, ma che si tutto prevaleva la rassegnazione, l'idea che si potrebbe essere ma...per fare rimanere invece tutto fermo, senza speranza, senza un progetto, senza un'idea né una possibilità che era possibile volendo fare qualcosa. Quello che hanno cercato di fare le donne in quegli anni, e anche noi seguendo questa scia era quello di pensare che era possibile immaginare un'altro tipo di società di uomini e donne più libere, meno pressati da una cultura che imponeva delle regole che soffocavano le persone imprigionandole nei ruoli.

volantino sul lavoro
volantino sullavoro

 I risultati di questo processo di cambiamento nelle donne negli anni si sono visti. Le donne sono presenti in tanti campi delle attività economiche, sociali, artistiche, ma ....i casi di violenza, di femminicidio che ci vengono riportate dalla cronaca, di fronte a cui forse non riusciamo più ad indignarci ci ricordano che tanto si è conquistato ma tanto rimane da conquistare, sia per le donne che per gli uomini, perché il processo di riconoscersi uguali con pari opportunità è ancora all'inizio di un percorso lungo che richiede impegno, ricerca, essere vigili ed attenti. Il maschilismo, intesi come idea del sopravvento del pensiero maschile, l'idea della prepotenza, dell'uso della violenza, della negazione dell'altro è sempre in agguato ed è facile che prenda il sopravvento se no si sta all'erta.

Raccontare una storia iniziata a Cinisi nel ’76, quale può essere quella della conquista di noi ragazze di allora di parità, coscienza, diritti e consapevolezza, è stato emozionante. A prescindere dall’appellativo con il quale è stato intrapreso quel percorso, di certo è che per chi l’ha vissuto è stato un risveglio, personale e sociale, un no che partiva dalla persona e che come un’onda si propagava nella società, a inondarla di suoni e colori quali erano i vestiti a fiori delle ragazze che manifestavano nelle piazze e le canzoni di denuncia con cui accompagnavano quelle manifestazioni. Il risveglio dava forza e coraggio, il coraggio necessario per contrastare con chi voleva riportarle nel mondo conosciuto. Da allora quell’onda ha invaso la società, quella occidentale almeno, e la consapevolezza delle donne di essere si manifesta oggi, nei mille aspetti attraverso cui la loro creatività riesce ad esprimersi, ma anche nella loro serietà di ricoprire ruoli, nella loro capacità di raggiungere risultati in tutti quei settori che in passato erano loro preclusi. L’onda che parte dal passato e arriva al presente ci ricorda però che spesso viene ostacolata da uno scoglio, una cultura maschile di repressione e di potere che non riesce a dialogare con le donne. Importantissimo è stato sentire l’altra voce , quella maschile che diceva: ma quanto avrebbero da guadagnare gli uomini a riuscire a vivere emozioni e sentimenti e a non reprimerli per mostrarsi duri, forti ed aggressivi quando si sentono feriti.

Ed ecco che l’onda che viene dal passato ed arriva al presente si allarga ed oltre a volere continuare a lambire la coscienza delle donne per non farle desistere dal loro volersi sentire persone, coinvolge anche gli uomini, che con la frase maschile plurale ci dicono che anche loro come noi possono essere persone in crescita ed in ricerca di dialogo e comprensione. È stato un momento quasi irreale, dopo tanti anni in cui al Circolo Musica e Cultura alcune ragazze intraprendevano un percorso di consapevolezza di sé stesse e del proprio essere donne, e dei ragazzi timidamente cominciavano ad intuire che anche loro si dovevano mettere in gioco, si riparla di donne, di uomini, di diritti negati, di violenza, di oppressione, con uno spirito forse nuovo e diverso e con la speranza che quell’onda partita da lontano, potesse arrivare ai più giovani e suscitare in loro quell’entusiasmo e desiderio di un mondo nuovo come è avvenuto in quei lontani anni ’70.

 Maria Concetta Biundo



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