Benedetto: Nel 1975 assieme
ad altri ragazzi facevo parte di un gruppo musicale che si chiamava “la
spirale”. Facevamo prevalentemente musica commerciale anche se avevamo dei
rapporti con alcuni gruppi musicali più impegnati di Palermo quali la “Storia
di un fiore” ed altri. In quel periodo provavamo in via Imbriani in una
stalla. La sera, visto che in paese non c’era molto da fare, parecchi ragazzi
avvicinavano per assistere alle prove e una di quelle sere venne anche Peppino
Impastato, anche se a quell’epoca, di fatto, nessuno di noi era impegnato
politicamente. Rimase entusiasta dell’esperienza che stavamo facendo e ci
incoraggiò. Col tempo, dopo una serie di riunioni informali, decidemmo di
portare all’esterno questa esperienza musicale con un concerto, coinvolgendo
altri giovani di Cinisi per la sua realizzazione.
Concerto musicale, origine del circolo "Musica e Cultura" |
Francesco: Quel ricordo è abbastanza forte nella
mente perché Musica è Cultura con l'accento era il titolo di un concerto che
avevo pensato di realizzare in un contesto culturale musicale dove, attraverso
la musica, volevamo comunicare un messaggio. Non dimentichiamo che per le fasce
giovanili di quel periodo, siamo negli anni ’70, la musica era il principale
punto di dibattito nei circoli giovanili e non solo. Per noi, invece, come
vedremo, rappresenterà il punto di partenza.
Giovanni: Non trovavamo spazi dove fare il concerto
e ad un certo punto mi è stato suggerito un locale interrato nella chiesa del
Sacramento a Cinisi. Siamo andati a vederlo con Ciccio Impastato, Benedetto
Cavataio e altri ragazzi. Ci è piaciuto tanto e così ho dovuto chiedere, al
famigerato Finazzo Giuseppe, detto “u parrineddu” (per i suoi trascorsi
in seminario !!!) o soprannominato, da Peppino Impastato nelle trasmissioni di “Onda
pazza”, “Peppino percialino” (per la sua cava di pietrisco), le
chiavi di quel locale in quanto era presidente della congregazione dell’Immacolata
Concezione. Abbiamo preso le chiavi, abbiamo abbellito il locale e iniziato a
fare le prove. In queste sere c'era un movimento incredibile di giovani.
Benedetto: Poi per tutta una serie di situazioni che
nacquero, di pregiudizi nei confronti delle persone che frequentavano la sera
quei locali mentre si facevano le prove di preparazione del concerto, la sede
ci fu negata e successivamente si svolse nell’aula consiliare del Comune di
Cinisi, al quale parteciparono moltissimi giovani di Cinisi e anche di
Terrasini, qualcuno di altri paesi vicini.
Piero: Sono stato invitato anche io, così andai
per cantare qualche canzone di Fabrizio De André e mentre facevamo le prove,
una sera che ero con Peppino, ci scontriamo con Giuseppe Finazzo, che sarebbe “u
parrineddu”, noto amico di Tano Badalamenti e presidente della
congregazione. Ora io non ho mai capito
come mai un mafioso diventi presidente di una congregazione. Ho visto che non ci ha
guardato molto bene. Sicuramente, "u
parrineddu" avrà detto all’arciprete “ma questo tipo di ragazzi che ti porti
a fare qua dentro, cacciali”. E infatti l’indomani
l'arciprete ci ha detto “Ragazzi, voi qua questa rappresentazione non la potete
fare perché parlate di aborto, di altre cose …” e ci ha congedati.
Giovanni: La sera prima del concerto girava voce a Cinisi, architettata in maniera egregia da qualcuno,
che l'indomani, cioè il giorno del concerto, in quel locale ci sarebbero state
bandiere rosse, manganelli, addirittura delle bombe, sarebbero entrate persone
con dei forconi, con delle spranghe e sarebbe successo il finimondo. Alcuni ragazzi sono stati fermati dai
genitori, allarmati da queste voci, per cui non sono andati a fare il concerto
ed io sono stato invitato a consegnare le chiavi del locale. Essendo molto giovani siamo rimasti
spiazzati. Non sapevamo come comportarci né cosa fare, perché l’esigenza dei ragazzi era suonare e
ritrovarsi, stare insieme e fare qualcosa magari anche con la musica. Indirettamente abbiamo
chiesto aiuto ai volponi della politica. In quel periodo, a Cinisi c'era una giunta, credo sia stato il primo compromesso
storico in Italia, con il vicesindaco del Partito Comunista, Franco Maniaci.
Piero: Contemporaneamente, Peppino, riferendosi
al PCI, scriveva “il compromesso storico voi lo state facendo con la mafia”.
Giovanni: Maniaci fu disponibile nei nostri confronti, anche se un
po' pressato da chi gli stava vicino politicamente. Parlo di Peppino e di altre
persone del Partito Comunista. E ci dà la possibilità di suonare dentro la sala del consiglio comunale,
una sala abbastanza grande.
Francesco: Mi ricordo che il passaggio dalla sala della
congregazione alla sala consiliare è stato un percorso di sedie e strumenti:
tantissimi ragazzi che nel fervore della musica avevano trovato un momento,
come dire, di realizzazione. Fu quasi un sogno musicale.
Giovanni: Quella sera mettemmo tutti i tavoli vicini,
li abbiamo legati per non farli spostare, abbiamo montato tutto sopra e abbiamo
fatto gratuitamente il concerto che ha avuto un successo enorme. C'era l’aula
piena, l’atrio comunale pieno di ragazzi che arrivavano fino alla piazza,
calcoliamo 3-400 ragazzi. E’ stato un grande successo, abbiamo fatto un grande spettacolo e quel giorno
si è capito che i giovani di Cinisi avevano bisogno di ritrovarsi.
Benedetto: Quella fu l’occasione attraverso la quale
ci confrontammo/scontrammo con il potere, diciamo, costituito: da un lato la
chiesa, dall’altro il comune. E quella voglia di mettere all'esterno quelle che
erano delle esigenze di libertà, di crescita culturale, sociale, si scontrarono
subito con questi, tra virgolette, poteri forti locali che, in qualche modo,
per pregiudizio sicuramente e non per una scelta predeterminata, volevano in
qualche modo negare la possibilità che dei giovani potessero raccogliersi e stare
insieme al di fuori delle sedi tradizionali che erano, per quei tempi, l’
Associazione Cattolica o le sedi dei partiti. Quello fu lo spunto perché nacque
una discussione attraverso la quale si decise di stabilizzare questa esperienza
culturale, anzi ingrandirla.
Piero: E secondo me questo è stato
fondamentale perché per la prima volta a Cinisi, là dove si tenevano le
riunioni di Giunta, si realizzò un concerto con gruppi che vennero da Palermo. Io
stesso cantai delle canzoni di Fabrizio De Andrè e altre … Insomma, fu una
manifestazione che sembrava una cosa normale ma non lo è stata perché si è creata una specie di
spaccatura con il conformismo imperante a Cinisi. Fare un concerto, con contenuti
nuovi e diversi, nell’aula consiliare che è stata da sempre considerata “cosa
propria” dagli amici, e dagli amici degli amici e via dicendo, è stato un
momento di rottura e lì dentro si sono create le basi per la nascita del
circolo Musica e Cultura e quindi anche di radio AUT.
Francesco: Appena dopo il
concerto abbiamo cominciato a pensare di raccogliere questa esperienza musicale
in un contesto più organizzato e da lì si è pensato di far nascere un circolo. E
quale migliore condizione poteva essere se non quella musicale perché era nata
da quel concerto? Naturalmente, Musica è, accentata, Cultura in questo caso si
è trasformato in Musica e Cultura senza accento, perché la finalità di questa
realtà culturale, che poi ha sviluppato tante tematiche, non era soltanto
quello di fare musica ma anche altro, come poi si è visto, quindi cineforum, teatro,
dibattiti, mostre e tanto alto.
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