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9maggio'78 testimoni partecipi raccontano

parte quarta: l'alba di un triste giorno: la fine e un nuovo inizio 


 

    Ci furono delle telefonate improvvise perché il tempo di arrivare a casa ricordo che mio padre stava uscendo di casa e io gli dissi che c'era c'era la possibilità che a Peppino fosse successo qualcosa lui naturalmente contestava questa mia e mi rispose pure che era ora o qualcosa del genere mi ricordo che ripartì con altri ragazzi alla stazione e li vidi questi carabinieri sopra il tetto sul balcone Insomma dappertutto

 

    In quel periodo andavo all'università e la mattina prendevo un treno che era circa alle 7 di mattina  quindi io come ogni mattina sono andata alla stazione per prendere il treno arrivata alla stazione ho visto che c'era polizia dappertutto nella casa di fronte alla stazione Insomma e si diceva il treno non c'era non passava perché si diceva che qualcuno aveva fatto saltare in aria il binario che c'era stato un attentato io non pensavo che poteva succedere qualcosa del genere che potevano pensare di ammazzare a Peppino insomma non ci pensavo proprio poi mi sono allontanata e stavo andando verso mi ricordo che insomma mi sono un po’ allontanata dalla stazione e ho incontrato dei ragazzi dei nostri amici e gli ho detto che alla stazione si diceva che avevano fatto saltare un treno Insomma non si capiva bene cos'era successo e loro mi hanno detto allora hanno fatto saltare a Peppino Impastato

 

    Noi fino alle 4 o 4:30 eravamo in giro a cercare Peppino alle 7 mi ha chiamato mio fratello e mi ha detto che hanno trovato Peppino gli ho detto dove hanno trovato e lui si è diciamo avuto gli occhi molto lucidi e ho capito che Peppino lo avevano ammazzato

 

    La mattina mio padre mi ha svegliato dicendo è saltato in aria

 

    Il 9 mattina all’alba vengo svegliata e ricevo una telefonata e stanno venendo a pendermi per andare a Cinisi

 

    Poche ore dopo che ero rincasato tardi dopo le 3 - 3:30 insomma è venuto Faro di Maggio a casa mia a dirmi che era stava andando a lavorare stava passando dalla stazione e alla stazione e alla stazione alcuni compagni gli avevano detto che era saltato Peppino in aria lo avevano fatto saltare  in aria su un tratto della ferrovia poco dopo Cinisi in direzione Palermo insomma con Faro ed altri che abbiamo incontrato subito dopo siamo andati sul posto abbiamo tentato abbiamo fatto il tentativo di avvicinarci ai binari ma ce lo hanno impedito le forze dell'ordine presenti sul posto e un ufficiale che ordinò a qualcuno degli agenti là presenti di non farci avvicinare assolutamente sui binari siamo stati tenuti a distanza rispetto ai binari almeno a 50 metri di distanza mentre tante persone passeggiano sui binari in quel momento

 

    Io vedevo dei Carabinieri abbassati altri che cercavano ma eravamo abbastanza lontano


    Ho preso la macchina e sono andato a Cinisi siamo passati dalla casa di Peppino a Cinisi siamo andati a casa di Bendetto Cavataio intanto mi sono incontrato con Fanny Iacopelli e Graziella  e Graziella Iacopelli credo pure ci fosse Fanny Vitale e siamo scesi giù verso la zona dove era avvenuto il questo assassinio


    Mi ricordo di essere andata sul posto insieme ad altri mi ricordo di essere stata male mi è venuta una specie di crisi di nervi e sono rimasta vicino alla macchina non mi sono allontanata sono venuti dei carabinieri e hanno preso i nominativi infatti forse Carlo gli ha dato il mio nominativo perché io non riuscivo a parlare e poi ci hanno detto di presentarci in caserma

 

    Arriviamo alla ferrovia su questo arrivo alla ferrovia ho delle ho dei ricordi molto confusi perché stiamo pochissimo tempo il posto è già pieno di gente che gira più o meno indisturbata però gli unici che non vengono fatti avvicinare siamo noi compagni e non solo non veniamo fatti avvicinare ma veniamo invitati a presentarci alla caserma dei carabinieri accusati di essere dei terroristi  nessuna capacità di capire di pensare di collegare le idee ho solamente dei delle immagini dei flash molto vaghi io ricordo il professore Ideale Del Carpio che era all'ora il medico legale che venne sul posto ricordo il casolare dove furono trovate le tracce di sangue ricordo confusione ricordi i carabinieri ma non ho immagini precise ricordo di avere visto all'esterno del casolare delle pietre macchiate di sangue io ho l'immagine di una busta di plastica tenuta in mano da qualcuno che non so chi sia dove qualcun altro di noi raccoglieva dei frammenti

 

    Traumatizzati credo assolutamente in stato di confusione di di percezione di di una realtà che non riuscivamo manco ad a immaginare che potesse che potesse avvenire una roba del genere non riuscivo a convincermi di quello che stava succedendo di quello che era successo quando appunto si diceva Peppino è saltato in aria Peppino è saltato in aria qualcosa che stava fuori dalla da ogni mia immaginazione per cui è come se non mi rendessi conto di quello che era successo

 

Ho incontrato i nostri amici e sono andato nel posto dove era successo il fatto e lì poi c’erano i     carabinieri e mi avevano detto di venire in caserma e sono andato in caserma poi è iniziata la perquisizione e dopo c’è stato l’interrogatorio

 

    Bussano i carabinieri e mi fanno la perquisizione in casa nostra mia madre ha assistito in uno stato d’animo veramente terribile e durante la perquisizione chiaramente non è che i carabinieri si siano comportati in maniera siano stati generosi o gentili perché non facevano altro che dire a mia mamma che stavano indagando in direzione del terrorismo   mia madre già sospettava qualcosa molti non avevano il coraggio di dirglielo gli è stato comunicato da Felicia da la futura mia moglie

 

    Uscendo ho visto la macchina di Benedetto fuori con altri due compagni e mi sono precipitato ad andare a trovarlo e siamo andati subito sul luogo che ci avevano indicato e che non sapevamo qual era il luogo quando siamo arrivati là abbiamo avuto la triste verità oltre alla morte di Peppino in quel modo così orribile i carabinieri ci hanno fermato e hanno voluto i nostri nominativi al che abbiamo detto ma come fateci entrare no voi non potete entrare ma voi noi chi siamo perchè non possiamo entrare voi non potete entrare i nominativi hanno voluto i nominativi e ci hanno convocato subito in caserma ho avuto fatto la perquisizione a casa mia hanno trovato una stella a cinque punte che era stampata sul Panorama e come se avessero trovato non so che cosa poi una paletta che io ho usato in quinta elementare quando allora si facevano i saggi elementari ed era una palettina di 10 cm di diametro una cosa di legno per giocare e se la sono portati via poi hanno trovato un altro opuscolo dove c'era c'è scritto nucleare e allora nuclear armati associazione di idee e hanno portato via pre quelle cose solo che hanno messo sottosopra la mia casa e questa però non è stata la prima e ultima perquisizione ho subìto un'altra perquisizione umiliante per i miei genitori perché mio padre è molto malato e credo che sia nell’86 quando hanno ammazzato a Giuseppe Finazzo sono venuti a fare la perquisizione a casa mia come se io avessi a che fare con omicidi di mafia mio padre era molto malato loro non hanno tenuto conto di niente hanno alzato financo il ma materasso dove erano caricati mio padre e mia madre per cercare non so che cosa io ho insistito dicendo che loro dovevano redigere un verbale e darmelo anche per la legge reale loro non mi hanno dato niente se ne sono andati tranquillamente

 

    Mi portano direttamente incaserma dove dalle 7 di mattina dalle 8 di mattina sono rimasto fino alle due e mezzo per un lunghissimo interrogatorio finalizzato sempre a considerarci un po’ dei terroristi cioè le brigate rosse perché poi quel giorno poi mentre ero in caserma arriva la notizia del ritrovamento del cadavere dell’onorevole Moro in via Caetani le provocazioni da parte dei carabinieri le intimidazioni  eravamo quasi alle minacce quando noi parlavamo di Badalamenti o facevamo alcuni nomi e poi non a caso tutto viene spostato in direzione dell’attentato terroristico è chiaro che bisognava portare avanti quella tesi noi che cercavamo di dire le cose come stavano di fare le nostre denunce praticamente eravamo quasi intimiditi perché non potevamo fare certi nomi c’è lo dicevano loro se non avevamo le prove per fare quei nomi compreso quello di Tano Badalamenti qualche anno dopo scatta la guerra di mafia viene ucciso percialino che sarebbe Finazzo che Peppino lo attaccava continuamente nei suoi comizi nei volantini cioè questo Finazzo era un gregario di Tano Badalamenti ecco dopo l’uccisione di questo Finazzo  vengono a fare la perquisizione a casa mia cioè addirittura continuavano ancora ostinatamente a portare avanti la tesi dell’attentato terroristico come se noi eravamo i terroristi

 

    I carabinieri hanno fatto la perquisizione a casa mia hanno cercato dove dormivo io cercavano tutto ciò che c’era di scritto e hanno preso pure gli stati di famiglia che avevamo fatto quando abbiamo costituito il circolo musica e cultura e tutto quello che poteva servire per costruire aggeggi ordigni mi hanno preso un giravite un saldatore un morsetto del filo e altro materiale

 

    Quando quel giorno quella mattina mi hanno interrogato non so se sia il 9 o il 10 di maggio perché eravamo in tanti ad essere ascoltati quindi probabilmente non sarà stata la stessa mattina magari l’indomani comunque un carabiniere che mi ha interrogato mi ha letteralmente aggredito dicendo che io dovevo dire per forza ma ripetutamente che io dovevo dire per forza chi eravamo assieme a Peppino a compiere l'attentato al che gli dicevo ma guardi che noi non c’eravamo con Peppino  quando io insistevo dicendo che Peppino non aveva fatto l'attentato e che Peppino l’avevano ammazzato ha dato una forte manata sul tavolo e io mi sono spaventato e mi ha detto allora mi faccia con i nomi e cognomi di chi ha ammazzato Peppino l’ho guardato e gli ho detto io devo fare il nome di chi lo ha ammazzato ma Peppino ha fatto denunce ha fatto i volantini ha fatto i comizi quella sera ci muovevamo come automi sinceramente io non mi sono sentito completamente di andare a fare una deposizione del genere per come stavano andando le indagini per come ci avevano  trattato io non mi sono sentito completamente di essere tutelato in quel momento e non ho voluto parlare successivamente dopo credo 5 o 6 mesi quando il caso l’ha avuto in mano il dottore Chinnici di cui avevo molta stima allora ho riferito tutto

 

    Visto come siamo stati trattati la mattina del 9 maggio nelle vicinanze del binario dai carabinieri io e i compagni non avevamo più fiducia in quel momento nell'arma dei Carabinieri non ci fidavamo non ci siamo fidati

 

    La mattina del 9 maggio si diceva in giro che Peppino avesse fatto l’attentato e che fosse saltato in aria cosa che io non ho creduto ho preso la mia macchina fotografica e sono andato a fare queste foto per cercare di vedere e di capire se c'era da documentare qualcosa che fosse utile in un secondo momento quando sono arrivato io c’era ancora diversa gente c’erano operai che lavoravano che riparavano dei fili e niente gente che andava girando un reporter del tg3 ed uno del tgs tra l’altro mi pare di ricordare anche Libonio che lì si vede in una foto che recupera uno dei resti di Peppino il 10, l’11, il 12 siamo andati diverse volte a cercare qualcosa che contrastasse l’idea corrente in giro del Peppino terrorista o suicida

 

    Nei giorni successivi non credo l’indomani perché l’indomani era il giorno dei funerali quindi la mattina abbiamo preparato gli striscioni i pannelli per i funerali il pomeriggio ci sono stati i funerali credo l’11 mattina e l’11 pomeriggio e anche il 12 per un paio di giorni io ma con tanti compagni siamo stati sul posto

 

    Non potevamo accettare che Peppino passasse per terrorista e così tornammo al casolare a cercare di individuare qualsiasi elemento utile

 

    Si si ci simo tornati diverse volte siamo tornati ed abbiamo fatto un minimo di indagine di controinchiesta insomma di cercare elementi su che potessero aiutare le indagini

 

    Abbiamo recuperato un bel po' di frammenti del corpo di Peppino personalmente no perché mi sono soffermato più sul casolare e forse perché in quel momento non me la sentivo ma c’erano compagni che hanno avuto la forza di farlo e lo hanno fatto noi siamo stati là almeno due tre volte

 

    Siamo andati lì a verificare che cosa potesse essere   successo c’era un casolare e dentro c’era una panca fatta di pietra e sulle pietre abbiamo notato delle tracce di sangue e poi anche all’esterno c’era un sacchetto di iuta

 

    Allora sono andato a prendere di nuovo la mia macchina fotografica sono risceso assieme a loro e sono le foto delle macchie di sangue sulla cosiddetta ricchiena e con lo scolo che si vede e queste tracce di lato delle macchie di sangue a terra sul selciato della dell'abitazione nello stesso luogo sono state rinvenute una stoffa a fiori e una tela di sacco che è sempre lì fotografata con delle cose appiccicate color una gelatina color piombo e poi nei giorni successivi anche altri pezzi sparsi in giro qualcosa pelosa che poteva essere la calotta cranica non so altri pezzi che è difficile dire che parte del corpo fossero ricordo che le budella sono rimaste appese sui fili per alcuni giorni


    Raccogliemmo i frammenti del corpo di Peppino e dentro il casolare notammo delle macchie di sangue e così noi prelevammo una pietra macchiata di sangue e assieme agli altri resti dato che nel frattempo si era fatto tardi li conservammo per una notte in una mia casa di campagna l’indomani furono dati ad uno studente della facoltà di medicina che consegnò i resti di Peppino e la pietra macchiata di sangue al professore Del Carpio dell’Istituto di Medicina Legale di Palermo  nel frattempo nella notte  qualcuno aveva scassato la porta della mia casa in campagna e aveva messo tutto sottosopra

 

lettura condanna Badalamenti

 

 

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